Anche se ti può sorprendere o, in alcuni casi, farti vergognare, devi sapere che tra i 12 e i 36 mesi è una cosa assolutamente normale che il bambino ti cerchi di colpire o lo faccia ad altre persone; ed è parte della sua crescita.
A quest’età il bambino sta ancora sviluppando il linguaggio, vuol essere indipendente e non sa come controllare i suoi impulsi. Infatti, è molto probabile che quando ti dia botte è perché stai provando ad aiutarlo, o stai facendo qualcosa che vorrebbe fare da solo e che non ci sta riuscendo: a quel punto si arrabbia e ti colpisce. Ma questo non vuol dire che dobbiamo consentire questo comportamento aggressivo. Al contrario, dobbiamo insegnare ai nostri piccoli a gestire le proprie emozioni in diversi modi. Non fare nulla, ridere o far finta che non lo stai vedendo non aiuterà a migliorare la situazione.
Che possiamo fare?
- Stabilire limiti chiari. Rispondi immediatamente quando il piccolo diventa aggressivo. Allontanalo per qualche minuto (1 o 2 minuti sono sufficienti) in modo tale che si possa calmare. Questo gli farà vedere anche che se si comporta così non può stare con gli altri e piano piano cambierà condotta.
- Mantenere la calma. Non gridare né colpire il piccolo. Gli faresti vedere solo altri modi di essere aggressivo e non sei coerente con la condotta che vuoi cambiare. Devi mantenere la calma e parlare guardandolo negli occhi.
- Essere costanti. Dobbiamo provare a rispondere sempre allo stesso modo. In questo modo, stiamo creando uno schema al quale il piccolo saprà rispondere ed eviteremo di aumentare la rabbia.
- Offrire alternative. Quando il piccolo si è già calmato, dobbiamo parlargli, capire che cosa è successo, perché ha reagito così. Possiamo fargli capire che è normale arrabbiarsi ma che non possiamo fare del male agli altri. Quando si sente così, deve provare a chiederci aiuto o a dire con le parole che si sta arrabbiando.
- Riparare il danno. È più efficace fargli vedere che quello che ha fatto ha un effetto e poi chiedere scusa successivamente, perché a questa età non sanno bene che significa e lo devono imparare piano piano. Ad esempio: “andiamo a vedere come sta il tuo amico, portiamo un cerotto per curare la bua e chiediamo scusa?”
- Premiare la buona condotta. Anziché stare attenti ai momenti aggressivi, dobbiamo stare attenti ai momenti in cui fa il bravo, che aiuta gli altri, che condivide i suoi giochi. Quando condivide invece di colpire, dobbiamo lodarlo: “Che bello che state giocando insieme con i tuoi giocattoli!”
E non dobbiamo dimenticare che dobbiamo essere empatici e parlare con i nostri piccoli, farli stare meno tempo davanti a uno schermo e passare più tempo insieme. Ricorda, se vuoi qualche consiglio per farti ascoltare senza perdere la pazienza puoi leggere anche questo articolo del nostro blog.