Vogliamo approfondire un argomento che abbiamo trattato nel nostro incontro sulla gestione delle emozioni dei bambini e che consideriamo molto importante: i cosiddetti “capricci”.
Noi, come genitori, ci prepariamo molto prima della nascita dei nostri piccoli, compriamo di tutto per il suo arrivo, leggiamo libri, facciamo corsi… ma poche volte ci prepariamo per capirli.
E poi, quando i bambini iniziano a crescere e a capire che anche loro possono decidere e che possono scegliere, cominciano pure i “capricci”.
Ma perché?
Questi “capricci” sono dovuti all’incapacità dei bambini di autoregolarsi emotivamente e avvengono anche perché ancora non hanno imparato a gestire la frustrazione; un’abilità che, insieme all’empatia, sviluppano nel tempo. Di solito, si verificano soprattutto tra i due e i quattro anni, quando i piccoli non sono ancora in grado di esprimere il loro disagio in altro modo.
E cosa possiamo fare noi genitori?
I capricci sono una parte normale dello sviluppo di un bambino. Sono il modo che i più piccoli hanno per mostrare il loro disagio, il loro disaccordo o la loro frustrazione.
Quindi, dobbiamo andare a vedere che c’è sotto, non guardare soltanto la punta dell’iceberg.
Dobbiamo essere capaci di capire e vedere che sta succedendo veramente. Dobbiamo accogliere le sue emozioni e validarle. Non possiamo dire: “Non voglio capricci” o “smettila di piangere e fare questi capricci”, perché molte volte sono emozioni che non può controllare, e quindi noi dobbiamo aiutarlo e supportarlo. Per cominciare, dobbiamo essere tranquilli, insegnargli a gestire le sue emozioni e parlargli con calma e guardandolo negli occhi.
Che possiamo fare?
- Parla con calma: Ragionare con tuo figlio è del tutto impossibile e inutile quando è al suo apice, non farlo. Aspetta che si calmi un po’, mettiti alla sua stessa altezza, cioè chinati e guardalo negli occhi, già questo semplice gesto lo rilassa e fa vedere che lo rispetti e lo stai capendo. Se ti metti in piedi davanti a lui gli stai trasmettendo che “ti senti superiore”, mentre se ti chini si sente accompagnato. E poi, quando sarà più calmo (e anche tu) prova a capire che sta succedendo. Possiamo chiedergli “di cosa hai bisogno?”, “in cosa posso aiutarti?” Entrambe le domande sono fondamentali per iniziare la conversazione. Se ci risponde (non sempre), abbiamo già informazioni preziose per sapere da dove cominciare.
- Diventa allenatore di emozioni: Dobbiamo sapere come nominare correttamente ogni emozione, nessuna è negativa o positiva, tutte sono necessarie. Dare un nome alle emozioni calma il nostro cervello perché aiuta il bambino a capire cosa gli sta accadendo e quindi a riprendere il controllo. Imparare a verbalizzare ciò che si sente è molto importante per poterlo comunicare in situazioni future, oltre che per poterlo prevenire.
- Sii empatico: L’empatia è assolutamente necessaria poiché è calmante, quando l’altra persona percepisce che siamo empatici, il suo corpo si rilassa. Non dovremmo mai giudicare un’emozione, arrabbiarsi NON è brutto, è necessario. Quello che dobbiamo fare è imparare a identificare quell’emozione, accettarla ed esprimerla in modo appropriato.
Queste emozioni non si possono evitare e quindi non possiamo avere una ricetta o una magia contro i “capricci”. Dobbiamo però aiutare il nostro piccolo a gestire la frustrazione. Quello che noi possiamo fare è rispettare i ritmi, le abitudini e gli orari (gioco, alimentazione, riposo, ecc.) e soddisfare adeguatamente i suoi bisogni. Questo ci può aiutare a evitare i capricci. Allo stesso modo, una corretta educazione emotiva lo aiuta ad autoregolarsi con gli strumenti adeguati, insegnandogli a identificare ed esprimere adeguatamente le proprie emozioni fin dall’infanzia.