Durante l’allattamento al seno, il tuo bambino attraverserà situazioni in cui le poppate non saranno regolari o calme come al solito. Questo è ciò che chiamiamo una crisi di allattamento. Di solito succede a età simili, quindi se le conosci, sarai più preparata e sarai in grado di affrontarle al meglio.
- Tra i 15 e i 20 giorni: i bambini aumentano la richiesta in modo sorprendente.
È un chiaro segno di crescita, anche se può essere definita come la prima crisi di allattamento del neonato. Questo succede perché richiederà più latte e quindi ti stimolerà molto in modo da generare di più. Produrrai semplicemente ciò di cui tuo figlio ha bisogno per superare questa fase di crescita.
Alcune madri ritengono che questa maggiore richiesta sia dovuta al fatto che il bambino “rimanga affamato” o che “non abbia abbastanza latte”, convinzioni lontane dalla realtà. Giacché, l’unica cosa che fa il bambino è mangiare e chiedere in base a ciò di cui ha bisogno.
- Tra la 6ª e la 7ª settimana (primo mese e mezzo): i bambini iniziano a succhiare in modo diverso e a protestare mentre allattano.
Il tuo bambino sembra a disagio con il tuo seno: si attacca, tira, rilascia, si inarca all’indietro… Il motivo di questa crisi non è chiaro ma ci possono essere due ragioni:
- Necessità di aumentare la produzione di latte,
- La composizione del latte materno cambia, il che fa cambiare anche il gusto.
Non c’è niente da fare per velocizzare il processo e non è opportuno spremere il latte e buttarlo.
- La crisi di 3 mesi è forse la più complessa delle crisi, perché colpisce sia la madre che il bambino e può durare un mese.
È forse la più importante perché tante madri non capiscono bene che sta succedendo e smettono di allattare al seno.
In questa fase, il bambino ha già imparato ad allattare bene e lo fa in due o tre minuti, svuota il seno velocemente e, anche se la madre prova a offrirne ancora, il piccolo lo rifiuta.
In più, adesso la sua vista è migliorata tanto, vuole vedere tutto! Qualsiasi cosa attira la sua attenzione quindi si distrae facilmente e si stacca per guardare attorno o controllare da dove provengono i rumori.
E colpisce anche la madre perché il seno diventa più sgonfio e comincia a pensare di non avere più latte. Ma invece è proprio il contrario! Ne ha infatti parecchio. Il seno è più sgonfio perché, come dicevamo prima, il piccolo lo svuota tutto e pure perché adesso il seno fa il latte unicamente quando il bambino lo richiede. Quindi, dal momento in cui si attacca al seno a quando gli arriva, passa qualche minuto e questo fa arrabbiare il piccolo.
Tutte queste cose insieme fanno pensare di non aver abbastanza latte e, di conseguenza, a credere che il bambino abbia fame. Allora, si opta per dare il biberon, che tra l’altro beve in fretta perché non deve aspettare, e quindi va a corroborare l’idea (sbagliata) della mancanza di latte materno.
Come consiglio, vi proponiamo di informarvi, di avere tanta pazienza e supporto a casa e di scegliere un posto tranquillo e con pochi stimoli dove poter allattare al meglio.
- Tra 8 e 9 mesi arriva l’ansia da separazione.
Questa crisi non ha niente a vedere con produrre più o meno latte o con il suo sapore. In questo momento, il piccolo comincia a capire che la mamma e lui sono diverse persone, che è indipendente e quindi che può sparire. Questa idea crea la chiamata ansia da separazione nei piccoli e vogliono stare di più con madre e anche allattare di più per sentirla vicina.
Voglio sconsigliare di eliminare il seno a questa età interpretando che i bambini dipendono dalla madre o che la usano come ciuccio per calmarsi. Questo non aiuterebbe a superare questa fase emotivamente complicata per loro.
- La crisi di 12 mesi. Siamo arrivati al primo anno di vita!
Poche famiglie arrivano a questa crisi, di solito si ha smesso di allattare molto prima. Quindi, se sei arrivata fin qui ti vogliamo felicitare perché pensiamo che stai facendo il meglio per il tuo bambino.
In questa fase, il piccolo vuole mangiare di meno il cibo solido ma vuole comunque sempre di più il seno materno e lo richiede anche abbassando la maglia della madre in pubblico, cosa che provoca imbarazzo. Allora, tante persone dell’ambiente della madre cominciano a opinare e a consigliare di smettere perché il bimbo è diventato “troppo grande”.
Anche questa crisi passa da sola, ed è importante non smettere di allattare perché così puoi coprire i bisogni nutrizionali in questa fase.
In più, ricorda che L’OMS raccomanda l’allattamento al seno in maniera esclusiva fino al compimento del sesto mese di vita.
È importante, inoltre, che il latte materno rimanga la scelta prioritaria anche dopo l’acquisto di alimenti complementari, fino ai due anni di vita ed oltre, e comunque finché mamma e bambino lo desiderino.